Le imprese piacentine devono confrontarsi con scenari globali, è un dato di fatto scontato. E la Cina è al tempo stesso termine di paragone e “monito” per far sempre meglio i nostri prodotti. «Piacenza commenta Attilia Jesini, vicedirettore di Confindustria Piacenza ha tutte le potenzialità per affrontare il futuro e competere a livelli alti». Il coinvolgimento dell’associazione datoriale nella ricerca presentata in Comune è stato molto apprezzato e il tema è quanto mai d’attualità, come conferma un incontro in sede confindustriale fissato il prossimo 13 settembre, a testimonianza di un grande bisogno di guardare all’Europa, valorizzando il territoriosnodo. Jesini ha poi evidenziato come ci si stia impegnando per produrre nuova imprenditorialità, è anche uno degli argomenti di punta assunto dal presidente Emilio Bolzoni.
Va detto che la permabilità di saperi fra industrie e università o centri di ricerca non è qualcosa di statico o di acquisito. «E’ necessario difendere le nostre università, se no non avremo prospettive per il futuro» ammonisce l’assessore Anna Maria Fellegara. Ma certo i tempi sono cambiati rispetto a qualche anno fa quando le università piacentine non potevvano contare su un riconoscimento in sede regionale, avendo la loro sede legale in Lombardia. E sono cambiati i tempi anche da che i due atenei si guardavano più come competitori che come alleati in un sistema formativo territoriale. Negli anni la coesione e la rappresentatività sono lievitate, tanto che oggi negli organismi di coordinamento regionale le università piacentine hanno ciascuna una rappresentanza, sopravanzando altri atenei emiliano-romagnoli. L’handicap si è trasformato in vantaggio.
I SOGGETTI La ricerca su innovazione e formazione a Piacenza è stata svolta dall’Itl (Istituto Trasporti e Logistica), Fondazione Istituto sui Trasporti e la Logistica dell’Università Cattolica, Dieses. Sostegni da Piacenza Intermodale, Politecnica, Ambiter e Sbgr.